Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

lunedì 29 febbraio 2016

Il Monastero di Fognano

Il Monastero e Collegio Emiliani fu fondato nel 1822 dall'arciprete di Fognano Don Giacomo Ciani, dalla Madre Rosa Brenti e da Giuseppe Maria Emiliani, nobile e letterato fiorentino, che finanziò l'opera. Scopo dell'Istituzione, che segue la regola di San Domenico, e l'istruzione è l'educazione della gioventù femminile. Dal 1840 ad oggi hanno studiato in questo collegio giovinette appartenenti alle migliori famiglie d'Italia; pare che vi fu ospite, per qualche tempo, anche la figlia che il grande poeta inglese Byron ebbe dalla nobildonna Teresa Gamba. Questo istituto fu prediletto da Papa Pio IX che lo visitò solennemente nel giugno del 1857 in occasione di un suo viaggio attraverso la Romagna.
L'edificio che occupa una superficie di tredicimila metri quadrati fu costruito su progetto dell'architetto faentino Pietro Tomba e fu terminato nel 1832. La Chiesa annessa è a croce latina in stile corinzio. Nelle nicchie ricavate lungo la navata vi sono le statue in gesso dei santi protettori dell'Istituto. Sopra l'altare di destra si puo notare un quadro rappresentante la madonna che ha ai piedi la fondatrice ed il mecenate Emiliani, opera del pittore faentino Gaspare Mattioli.
http://www.terredifaenza.it/

domenica 28 febbraio 2016

Capoliveri Bike Park

Il Capoliveri Bike Park offre una rete di strade e sentieri segnalati immersi nella natura e costituisce un vero paradiso per gli appassionati della mountain bike.

L’itinerario che circumnaviga il Monte Calamita è un prodigioso viaggio in equilibrio tra cielo e mare. In ogni momento è possibile lasciarsi trasportare dal sogno di un tuffo in qualche cala solitaria, o piegare verso il cuore della montagna tra intensi respiri di macchia mediterranea e ferite di roccia rossa. Il periplo lungo costa (circa 20 km) è una piacevolissima pedalata mentre i percorsi interni e le possibili varianti sono pane per ciclisti più allenati e qualche single track sono un invito irrinunciabile per chi ama percorsi tecnici. Il battesimo ciclistico del Monte Calamita risale al 1994 quando la prima generazione di biker professionisti si ritrovò qui per disputare una prova di Coppa del Mondo. Ned Overend e John Tomac scoprirono la California d’Italia e rimasero senza parole davanti a tanta bellezzai. Sole, vento, polvere e fango, e per chi vuole di più, c’è la possibilità di perdersi in un bicchiere di Aleatico doc: se è vero che i vigneti assorbono l’anima dei luoghi, l’Aleatico che si produce alla Tenuta Le Ripalte, sulla Costa dei Gabbiani, riesce a mettere tutto il Mediterraneo in un bicchiere. - 

See more at: http://www.elbagoodbike.com

venerdì 26 febbraio 2016

Percorso occitano


difficoltà: OC+ :: EC+ :: [scala difficoltà]
esposizione prevalente: tutte
quota di partenza (m): 1250
quota massima (m): 2640
dislivello complessivo (m): 2000
lunghezza (km): 40

Si parte da ACCEGLIO in direzione vallone di UNERZIO fino al PASSO GARDETTA(2400 mt) 2H ciclabilita' in salita 80% prima su asfalto poi sterrata poi sentiero poco pedalabile fino a quota 2200 mt ultimi 200 mt al passo gardetta pedalabili.
Dal passo gardetta a dx verso passo ROCCA BRANCIA 2500 mt  su single track pedalabile ma porre attenzione al pietrisco e all'esposizione,dopo il passo tenersi a dx su seniero franato all'inizio con portage poi superati tre tornanti in sella MTB si giunge al PASSO OSEROT (2640 mt ),dal colle scendere di 50 mt proseguire sul sentiero a dx del colle perdendo quota di circa 100 mt di disl. (tutto portage) porre molta attenzione al tratto PASSO OSEROT , PASSO CROCE PER LE NUMEROSE FRANE PRESENTI SUL PERCORSO E PROBABILI RIMASUGLI DI SLAVINE( soprattutto durante il primo tratto della discesa dal colle oserot),questo tratto e praticamente poco pedalabile.... portage 95% MTB'5%.
Giunti al PASSO CROCE in sella a mtb si raggiunge il bivacco VALLI (porre attenzione ai numerosi buchi dei vari condotti militari) dal VALLI su single track particolarmente esposto (X I MENO TECNICI SCONSIGLIATO PROSEGUIRE IN MTB, BENSI PORTAGE!!!) si giunge al passo PERONI mt 2580, PORTAGE 70% MTB 30%.
Dal PERONI si perde quota di circa 200 mt dislivello (PORTAGE!!!)proseguendo sul sentiero CAVALLERO fino a quota circa 2360 mt,quindi abbandonare il sentiero e scendere lungo il prato in direzione laghi di roburent,da qui su sentiero direzione colle di roburent mt 2495 ( quasi tutto in sella a mtb),dopo aver oltrepassato il lago ORONAYE si segue il sentiero bivio a dx per il PASSO GIPYERE DE L'ORONAYE 2550 mt poi girare a dx e con lungo traverso con tratti alternati di discesa /salita si giunge all'ultimo COLLE DELLE MUNIE MT 2530 qui seguire il sentiero S13 che con lungo SINGLE TRACK prima e sterrata nell' ultima parte del percorso si giunge in localita' SARETTO (camping)mt 1500 , portage 35% MTB 65%,da qui su strada asfaltata ci dirigiamo in località ACCEGLIO.

giovedì 25 febbraio 2016

Whatys Zap Cycling

Pedalonga: iscrizioni


  • Tutte le coppie che si sono pre-iscritte dovranno obbligatoriamente regolarizzare la quota entro e non oltre il 29/02/2016 versando il saldo dell'iscrizione (sul sito troverete il link per effettuare il pagamento via Paypal, non valido per coloro che hanno fatto richiesta di iscrizione successivamente al 1 gennaio 2016)
  • Le coppie che non regolarizzeranno la quota di iscrizione entro la data prevista, saranno automaticamente escluse dalla lista partenti
  • Il pagamento della quota di regolarizzazione potrà essere effettuato con sistema Paypal oppure con BB su c/c intestato a: A.S.D. SPIQUY TEAM - BANCA POPOLARE ALTO ADIGE FILIALE DI SOLEDO IBAN: IT07Z0585661061034571150249; indicare nella causale "Iscrizione Pedalonga 2016 e Cognome/Nome dei componenti la coppia"
  • Online è pubblicata, e periodicamente aggiornata, la lista iscritti sulla quale potrete controllare la regolarità della vostra iscrizione e del pagamento. 

mercoledì 24 febbraio 2016

Terreni fragili

Le ragioni della presenza così diffusa di frane sull'appennino romagnolo, che spesso impropriamente chiamiamo “dissesto idrogeologico”, attribuendo a esso implicitamente una caratteristica di “squilibrio” rispetto a una condizione ideale in cui le frane non dovrebbero esistere, risiedono innanzitutto nella conformazione geologica dell’Appennino settentrionale. È notevole infatti la presenza pervasiva di rocce con una forte componente di minerali argillosi, che plasticizzandosi in presenza di acqua abbassano la loro resistenza allo scivolamento, ponendo quindi le premesse per l’innesco di frane. A ciò va aggiunta l’eterogeneità e la debolezza strutturale delle rocce, figlie della dinamica tettonica dell’Appenino, che le ha piegate, fagliate e fratturate, indebolendole ulteriormente. Peraltro le spinte tettoniche agiscono tuttora sollevando l’Appennino di alcuni mm l’anno, sufficienti a regalarci un paesaggio e un rilievo morfologico su cui i processi di degradazione, sia fluviale che di versante, possono agire in modo ottimale. Tra le cause scatenanti i fenomeni di dissesto quella assolutamente predominante è la presenza di acqua nella massa di terreno, che ha la capacità di abbassare le forze resistenti sul versante o sul manufatto coinvolto; la quantità di acqua presente varia stagionalmente e raggiunge i suoi massimi in concomitanza di o subito dopo precipitazioni intense e abbondanti, o fusione di neve.
Per quanto riguarda lo specifico rischio della viabilità la principale azione dovrebbe essere quella di mantenere un’adeguata manutenzione ordinaria e straordinaria, a partire dalla tenuta in efficienza degli scoli di drenaggio, per arrivare alla difesa preventiva delle scarpate di monte delle strade, e al mantenimento di una corretta regimazione delle acque sui versanti, che deve necessariamente essere a carico dei proprietari dei terreni, come peraltro previsto dalle leggi nazionali e regionali e dalle norme regolamentari comunali. Nel caso del rischio da frana, più che in altri, occorre quindi un corretto governo del territorio, con azioni ordinarie di pianificazione urbanistica e di manutenzione delle opere e delle coltivazioni, lasciando agli interventi di sistemazione dei versanti un ruolo residuale di superamento delle emergenze in atto e di risoluzione di problemi originati in un’epoca in cui la consapevolezza della fragilità del nostro Appennino era inferiore a quella attuale. 
Fonte. Marco Pizziolo, Giovanna Daniele / Regione Emilia-Romagna

lunedì 22 febbraio 2016

Spettacolo... Sibillini

Circuito Toscano cicloturismo

15 maggio 2016 – 1°prova
Gran Fondo GIRO DEI DUE BACINI
www.ciclisticaviaccia.it – ciclisticaviaccia@ciclisticaviaccia.it
————————————————-
29 maggio 2016 – 2°prova
Gran Fondo CENTO CHILOMETRI DELLA GRANOCCHIA
web (in allestimento) – valdombrone@mariottini-interni.it
————————————————
02 giugno 2016 – 3°prova
Gran Fondo CHIANTI CLASSIC
www.bullettabike.it – info@bullettabike.it
————————————————————-
12 giugno 2016 – 4°prova
G.Fondo PISSEI EDITA PUCINSKAITE
www.avispistoia-asd.it – info@gfaltoappennino.it
—————————————————————-
19 giugno 2016 – 5°prova
Gran Fondo LA VIA DEL LATTE
www.ciclotourmugello.it – info@ciclotourmugello.it
———————————————————–
26 giugno 2016 – 6°prova
Gran Fondo DELLA MAREMMA 22°edizione
www.freebikersfollonica.it – info@freebikersfollonica.it
——————————————————
03 luglio 2016 – 7°prova
Gran Fondo MEMORIAL EURO DI FANT
www.acsanvincenzo.it – acsanvincenzo@gmail.com
———————————————————-
04 settembre 2016 – 8°prova
Gran Fondo DELLA VALDARBIA
www.ciclisticavaldarbia.it – info@ciclisticavaldarbia.it
————————————————————-
11 settembre 2016 – 9°prova
GRANFONDO DEI FISCHI E DELLE CAMPANELLE

www.aslarotta.blogspot.com – aslarotta@hotmail.it

mercoledì 17 febbraio 2016

Endura SingleTrack jacket


 


Protezione sorprendente sui trail
Tessuto 2.5 strati interamente termosaldato, impermeabile e traspirante
Prese d'aria con zip sotto le braccia
Cappuccio integrato a scomparsa

Tasche anteriori scaldamani
Tasca anteriore Napoleone con media port
Polsini regolabili
Inserti riflettenti sulla parte posteriore
Una ragione in piu' per pedalare sotto la pioggia!

Prezzo 127 euro

E-Bike by Specialized


martedì 16 febbraio 2016

Idee Pasquali

Tour in MTB di tre giorni guidato da Maestro mountain bike della Federazione Ciclistica Italiana e in totale autonomia, data la semplicità del Tour stesso. Partenza e arrivo sono a Brisighella (RA), il Tour si sviluppa su strade ghiaiate, asfaltate secondarie e non trafficate in mezzo al verde, tra le vallate del Lamone, del Tramazzo e del Senio, toccando Fognano (RA), Marradi (FI), Tredozio (FC), Gamberaldi, Croce Daniele, Poggiolo e rientro a Brisighella. La media è di 43 km per tappa per circa 1300 mt di dislivello effettuato su strade che non richiedono particolari doti tecniche sia in salita che in discesa, data la natura trekking del Tour. La quota di 179 Euro comprende: Tour di 3 giorni completamente guidato da Maestro della Federazione Ciclistica Italiana, 2 pernottamenti a Marradi in trattamento di mezza pensione in camera doppia o tripla (secondo esigenze organizzative), assicurazione RCT per i partecipanti al Tour. Percorso totale km 135 / Dislivello 4100 mt.
Info: stefanodalfiume@live.it

E frizai

Un temp l’era piò megra la pignata! Alora is cuntinteva d’un frizai d’poma, patet cun d’la scalogna e d’l’ai, dal maranzan, di pavaron, dal zol e rarament us amazeva un poll. Adess i poll in è scusè piò gnitt. La dmenga us va a magner in tott i sid: tanti famei i carga tott i fiul par andè a magnè un’amnestra in ti fasull.
Una volta era più magro il brodo! \ Si accontentavano di un fritto \ con pomodori, patate, scalogni, aglio, \ melanzane, peperoni e cipolla, \ raramente si uccideva un pollo. \ Adesso i polli non sono più apprezzati. \ Alla domenica si va a mangiare in ogni luogo: \ tante famiglie partono con tutti i figli \ per andare a mangiare pasta e fagioli.
(tratto dalla poesia "La vita e dè d’incù" di Ada Bartoli).
 
Certamente il FRIZAI o FRIZZAGLIO ( ... in italiano) era un piatto povero, quello che le azdore preparavano e portavano nei campi ai lavoranti nella loro pausa mattutina. Semplice nella  sua preparazione e semplici gli ingredienti: cipolla bianca, scalogno e aglio, melanzane nere, peperoni, patate e zucchine, pomodori pelati, sale e pepe. Tagliare finemente cipolla e scalogno e le verdure a pezzettoni (meglio a listarelle e le melanzane a rondelle), preparare la padella con olio già bollente e friggere tutte insieme le verdure e al termine scolatele bene su carta gialla. Contemporaneamente preparare una padella larga ed aggiungere i pomodori pelati (abbondanti) frullati con il loro liquido oppure aggiungendo un pò di passata di pomodoro, riscaldare il rosso sugo a fuoco medio aggiungendo le verdure appena fritte e concludendo il tutto con un passaggio finale di sale e pepe. La cottura si conclude dopo circa 15 minuti. C'erano molti varianti a questo piatto o meglio gli poteva aggiungere altri ingredienti probabilmente quali resti di altri piatti (non si buttava via niente) e ad esempio... due fette di prosciutto (meglio con parte grassa) tagliato grosso che senza alcun dubbio donavano maggior sapore e sostanza al "frizai" romagnolo.

lunedì 15 febbraio 2016

Ingrassare bene !!



Gli organi meccanici senza olio sono come un atleta stanco. Non funziona più niente ed è un susseguirsi di problemi. Per ovviare a questi inconvenienti che si possono tradurre in inizi di ruggine, grippaggi, ecc., abituatevi a lubrificare regolarmente tutti gli organi che ne abbiano necessità, anche dopo un semplice lavaggio.
il pacco pignoni e la catena, utilizzando olii specifici a base minerale fluidi lubrificate la catena. Per un’utilizzo intenso della mtb è consigliabile utilizzare un prodotto specifico al Téflon meno colloso, trattiene di meno le impurità
le carrucoline del cambio, olio sugli assi delle carrucoline e i giunti del cambio. Se presente olio in eccesso asciugatelo!
guaine, per evitare grippaggi polverizzate utilizzando una confezione di olio spray all’interno delle stesse e sui ferma guaine al telaio dell’olio
deragliatore, il deragliatore è molto esposto e quindi tende a raccogliere impurità provenienti dalla ruota posteriore e dalla catena. Oliate quindi le sue articolazioni ed eventualmente il suo guida cavo presente in basso al telaio
i freni, lubrificate sia l’anteriore che il posteriore dei perni freno, facendo attenzione a non sporcare la battuta sul cerchio
i comandi (deragliatore e cambio), i comandi cambio Shimanosono assai poco accessibili per la manutenzione, è quindi necessario utilizzare un’erogatore spray con cui polverizzare del lubrificante attraverso il foro di passaggio del cavo
i comandi (freni), per garantire un buon scorrimento delle teste freno all’interno delle leve, lubrificate la sede stessa da cui l’olio poi scenderà per caduta all’interno delle guaine.
Fonte:
http://gio66.altervista.org/

PIKES PEAK COLORADO



Dati tecnici salita: Lungheza 31 km / Altidudine partenza 2377 Altitudine arrivo 4.235 mt / Pendenza media 6.5% Pendenza max 13%

venerdì 12 febbraio 2016

FRM full




TELAIO: FRM monoscocca Anakin Full 29”
FORCELLA: Formula Thirty3 29"
OPTION: Rock Shox RS-1 con asse passante FRM
RUOTE: FRM Meteor i30 HRS
RAGGI: Sapim CX Ray
GUARNITURA: FRM CU3-M11. NC-Power Ring XX1 32d (30 o 34d sono Optional)
COMANDO/CAMBIO: Sram XX1
PIGNONI: Sram XX1 10-42
MANUBRIO: FRM Web-Bar 329 Carbon Low Profile+Silicone grips
ATTACCO M.: FRM HS-M156 Ti. (70-80-90-100-110mm)
STERZO: FRM 1,5” Taper IS
FRENI: Formula R1 Racing. Rotori 160-160mm con spider in alluminio
REGGISELLA: FRM ST-M10 Ti. 30,9 x 400mm
COLLARINO R.: FRM SC35 Ti.
SELLA: FRM Vader carbon
GOMME: Vee Rubber Rail Tracker 29"x2,2"+Sigillante FRM
Peso limite ciclista: 90kg
PESO senza pedali: Kg 9,7 / 9,6 (Formula)

mercoledì 10 febbraio 2016

Traversata del Carega


Traccia e testo di Shrek. Giro epico e molto selvaggio.

Dislivello: 2050m ca.
Lunghezza: 45km ca.
Carte consigliate: 4Land n.118 Pasubio-Piccole Dolomiti
Periodo consigliato: fine Giugno- fine Ottobre (dipende dall'innevamento). Alcuni canaloni prima del Rif Fraccaroli per alcuni potrebbero essere insuperabili se innevati. Nessun problema invece se si è avezzi a pestar la neve.
Dalla località Cumerlotti, 2,5 km ca dopo Ala, si imbocca la strada che risalendo la Val di S. Valentino conduce a Passo Buole. La strada ha buon fondo e non è mai troppo ripida. Giunti nei pressi di Passo Buole (1460m) si prosegue sino alla Malga Val di Gatto (1497m) seguendo il segnavia 115. Da Malga Val di Gatto si prende il segnavia 114B (tratto ripido su sentiero) spingendo la bici sino al piccolo passo di Pra Bel (1640m). Da li si continua con il sentiero 114B costeggiando in costa la Cima Levante seguendo le indicazioni per la Capanna Sinel-Rif. Fraccaroli. Il sentiero ha un buon fondo ed è discretamente pedalabile, in alcuni tratti sarà comunque più conveniente scendere e spingere. Il sentiero continua costeggiando la Pala di Cherle cambiando numerazione da 114B a 108 (sentiero che proviene dalla Val dei Ronchi) ed arriva sino alla Capanna Sinel (1990m). Dopo la Capanna Sinel il sentiero si fa più ampio e si continua seguendo le indicazioni per Cima Carega. Si passa la Bocchetta della Neve e sempre pedalando si arriva sino alla rampa finale che conduce al Rif. Fraccaroli (2238m) posto appena sotto Cima Carega (2259m).
Dal Rif. Fraccaroli si scende con il sentiero 157 sino alla Bocchetta Mosca e poi con il 192 sino al Rif. Scalorbi (1767m). Il sentiero ha un buon fondo ed è molto divertente. FARE ATTENZIONE E RISPETTARE I NUMEROSI ESCURSIONISTI CHE SOLITAMENTE LO RISALGONO. Dal Rif. Scalorbi si scende con il sentiero 109 (strada militare) sino a Passo Pertica (1673m). Da passo Pertica continuare con il 109 in direzione Ronchi. Il sentiero che da Passo Pertica scende in Val di Ronchi è molto divertente con un buon fondo e molti gradoni che faranno la felicità della vostra forcella. Giunti a quota 900m ca. Il sentiero diventa una carrareccia che invita a far correre la bici. Si segue la carrareccia sino a quota 330m ca dove un ponte ci permette di attraversare il torrente Ala. Da li si prosegue sino ad incrociare la strada che scende da Ronchi e svoltando a sx si prosegue sino ad arrivare ad Ala. Da Ala si prende la SS in direzione Trento e dopo 2,5 Km ca ci troveremo al punto di partenza.

L’itinerario, sia in salita che in discesa, a mio avviso è molto bello e vario. Spettacolari panorami giustificano il sacrificio di dovere spingere un poco. Pur non essendo particolarmente pericoloso ha però alcuni tratti esposti che invitano alla cautela. Partire con ABBONDANTE SCORTA D’ACQUA in quanto non se ne trova. Fare attenzione in discesa ai numerosi escursionisti solitamente presenti. Per godersi maggiormente la discesa si sconsigliano i fine settimana.

martedì 9 febbraio 2016

ADM adunata generale (Elba)


Mercoledi 17 febbraio ritrovo per i partecipanti a MTB ELBA 2016 per la programmazione (Viaggio + Traghetto) da effettuarsi al più presto. Quale miglior posto per incontrarci è quello attorno ad una tavola bandita e pertanto per questa occasione si è optato per il CIRCOLO ENDAS di BARISANO (FC) locanda meravigliosa .. già pluridecorata quale migliore "tagliatella" della Romagna.
Ritrovo ore 19 Bar Life - Lugo oppure direttamente sul posto alle 19,30.
Naturalmente sono sempre graditi tutti gli amici di Ad Maiora Bike.
Conferma necessaria (admaiora2004@libero.it)

Mai più soli...

  
Una nuova applicazione APP per smartphone è disponibile per venire incontro alle esigenze di sicurezza di chi pratica sport outdoor da solo. Never Alone funziona in modo molto semplice: riconosce quando la persona è ferma in un punto da troppo tempo e invia in automatico un SMS di soccorso indicando le esatte coordinate GPS. oppure si può impostare un timing che scaduto lancia un allarme al recapito destinatario impostato.
L'applicazione è stata realizzata da un programmatore lughese e sta riscontranto un successo anche nel campo dei moto-bikers.
Maggiori info:
www.neveralone.site

giovedì 4 febbraio 2016

MTB Challenger UISP 2016

Domenica scorsa si è concluso il Challenger invernale MTB UISP (Imola- Faenza - Lugo) con quella che riconosciuta quale "classicissima" manifestazione organizzata dalla UCF Baracca Lugo, la"Tre fiumi": un vero successo di partecipanti!!!.
Il consuntivo di questo circuito di raduni (che dal mese di ottobre hanno allietato i bikers romagnoli nel percorrere i sempre insidiosi sentieri del nostro appennino romagnolo) può solo definirsi positivo anzi... qualcosa di più di positivo  innanzitutto considerando il sensibile incremento dei partecipanti che negli ultimi anni conferma il trend nazionale di forte crescita nel settore ruote grasse, ma oltre a questo riconoscimento numerico è altrettanto vero che i vari organizzatori incominciano a "specializzarsi" osservando con maggiore attenzione i vari particolari organizzativi e alla scelta dei percorsi rendendoli ogni edizione differenti e maggiormente spettacolari.
E' vero... siamo ancora in una fase primordiale (già vissuta sulla sponda del cicloturismo su strada) dove ogni raduno appare ancora una festa in famiglia e gestito con spensieratezza ma forse è proprio questa caratteristica che li rende "Speciali". Ai ristori di percorso è ancora apprezzata la "piada e salsiccia" e il bicchiere di vino, disdegnando barrette e bevande colorate (sali) che vanno altrettanto per la maggiore in ogni altro appuntamento cicloturistico; per non parlare del momento conclusivo, il pasta party, ove il sedersi attorno ad un tavolo rafforza le amicizie e lo stomaco !!! Questo è il vero MTB-turismo.
Se possiamo dare un contributo fatto di critica costruttiva, crediamo che la denominazione propria di RADUNO debba rimanere non soltanto come una mera tipologia di manifestazione ma come un indirizzo di qualità intendendo con ciò un vero ritrovo di appassionati della Mountain Bike che vogliono trascorrere momenti di vera passione per questa disciplina. E per rendere questo ancora più invitante e coerente con un vero spirito amatoriale, sarebbe altrettanto piacevole che fosse sempre allestito anche un percorso ENTRY LEVEL, quello che consente anche ai neofiti della MTB di poter partecipare senza paure e con la consapevolezza di potercela fare da soli.
La tecnologia ci viene in aiuto per il secondo suggerimento che vogliamo mettere in risalto e cioè poter disporre precedentemente alla manifestazione di un file GPX della traccia del percorso, magari scaricabile dal web UISP assieme al volantino descrittivo della manifestazione. Oggi numerosi bikers dispongono di prodotti GPS satellitari e quindi sarebbe una "chicca" semplice da attuare e indubbiamente utile per chi ne usufruisce.
Comunque... un grazie a tutti gli organizzatori. Ad Maiora a voi


mercoledì 3 febbraio 2016

Meteo e tradizioni popolari

La Candelora è una ricorrenza ufficiale nell’anno liturgico della Chiesa Cattolica, durante la quale si ricorda l’episodio evangelico della presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo la sua nascita. La ricorrenza arriva il 2 febbraio, giorno in cui si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce delle genti”. Da qui deriva il nome popolare della festività: la Candelora. La tradizione popolare di tutta Italia assegna un valore molto particolare a questa festività. A parte infatti il valore religioso, si ritiene che la Candelora rappresenti l’ultimo giorno dell’inverno, a condizione però, come recita un celebre proverbio, che “non piova e che non tiri vento”. Ecco la versione romanesca del proverbio, che è diffuso in ogni regione:
Quanno viè la Candelora
da l’inverno sémo fóra,
ma se piove o tira vènto,
ne l’inverno semo drénto.

Secondo la Romagna le cose non stanno così, anzi cambiano a 360 gradi. La Candelora rappresenta la fine dell’inverno soltanto se è un giorno di pioggia, di freddo, di neve… Insomma se è un giorno brutto. Ecco come diventa il proverbio da Forlì a Rimini:
Per la candlora, o se piov o se neva da l’inveren a sem fora;  ma s’un piov, quaranta dé dl’inveren avegna ancora. Traduzione: Per la candelora che piova o che nevichi dall’inverno siamo fuori;  ma se non piove e se non nevica quaranta giorni d’inverno avremo ancora.
ieri era proprio il giorno della Candelora ma era anche il giorno di santa Caterina a cui ne corrisponde un altro dei detti popolari che è: Par Santa Catarena o che neva o che brena o che tira la curena o che fa la paciarena.  Per Santa Caterina o nevica o brina o soffia scirocco o fa le pozzanghere.
Quindi a voi l'ardua sentenza

lunedì 1 febbraio 2016

La "bruciata"

Il paese di Santa Maria in Fabriago nel XVII secolo era detto "La Bruciata" perché aveva subito un incendio che l'aveva distrutto e fu ricostruito e fortificato nel 1730. Nel luogo ove ora sorge il castello vi era nel 1882 un grande casolare e del castello esisteva solo la parte a nord posta ora sulla via di Conselice. (Dal Brogliardo di Santa Maria in Fabriago, depositato all'archivio storico di Roma sez. Catasto Gregoriano, si è riscontrato che la possessione del Casone denominato Casa di villeggiatura, del borgo e dei terreni del Ducato, risultava di "Massari Antonio di Franco e nipoti Cav.Vincenzo e Galeazzo di Gianbattista").
E' dopo questa epoca che, distrutto il casone, il castello fu ingrandito alla forma attuale dal duca generale Massari.
Fino a pochi anni fa l'ingresso principale del castello era adorno di un bel balcone romanico sostenuto da due colonne che poggiavano su due cariatidi che poggiavano a loro volta sulla groppa di due leoni di marmo rossi tenenti ciascuno tra le zanne la testa di bue. Tutto è stato asportato da circa due decenni e i leoni si trovano a Ferrara davanti alla porta maggiore del Duomo. Nel cortile del castello vi era un grande capitello bizantino usato come vera da pozzo, ma anch'esso è stato asportato in questi ultimi anni. …..Ma il Duca Galeazzo Massari optò per il medioevo e se lo ricostruì a portata di mano a portata di mano nell'anno stesso della riparazione alla chiesa di Fabriago.
Nel 1882 restaurò il palazzo-castello già dei Rondinelli, alla Bruciata, manipolato secondo un modello dei tempi remoti. Ne uscì fuori uno stucchevole falso antico, biturrito, a merlatura ghibellina. Non vale la pena soffermarsi e descrivere l'edificio e la cappella interna. Si può solo accennare alle vestigia della vecchia torre di levante nei bianchi marmi angolari interiori, rimasti con gli stemmi dei Rondinelli; alle due basi del portale e a due capitelli bizantini. Da basi alle colonne del portale fungevano due leoni scolpiti, già appartenenti al Duomo di Ferrara. Furono donati al Duca da quell'Arcivescovo. Corrado Ricci (1858-1934)li fece restituire al monumento di origine. I capitelli bizantini provenivano, secondo il Gaddoni, dalla chiesa di S. Barbara di Ravenna. Nel 1921 uno di questi era già stato trasferito nel palazzo Massari di Ferrara. Il nostalgico Duca Galeazzo aveva comunque realizzato il suo sogno: una chiesa di cui era patrono e un castello di cui era padrone. Fece del castello la sede del suo ducato, che cinse di mura e nobilitò di una porta. La scritta "DUCATO DI FABRIAGO" vi spicca ancora, visibilissima, quasi a motteggio.