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venerdì 6 giugno 2014

Forte Chaberton (3,130 mt)

Se gia' l'impresa e' difficile a piedi (di solito si sale dal versante francese in quanto e' la via piu' breve), con la bicicletta risulta ancora piu' impegnativa in quanto si utilizza la stradina militare che parte da Fenils con un dislivello di ben 1850 metri, una lunghezza di oltre 14 km e ben 72 tornanti. Tale stradina fu costruita, sul finire del secolo scorso, sopra il tracciato della mulattiera che collegava Fenils con il Vallone del Rio Secco, e modificata in seguito, allungandola nel tratto tra il Piano dei Morti e il Colle dello Chaberton, per ridurne la pendenza al fine di facilitare l'accesso ai mezzi motorizzati. Dopo tale modifica non furono pero' spostate le pietre miliari che quindi indicano in quel tratto una distanza errata. E' consigliabile effettuare l'itinerario in estate inoltrata (luglio-agosto) in modo che la neve si sia completamente sciolta e avendo sulle gambe un ottimo allenamento, altrimenti terminerete ancor prima di cominciare! Il punto di partenza (la borgata Fenils - m 1276) e' raggiungibile percorrendo la SS 24 del Monginevro: il bivio si trova, se provenite da Susa, sulla destra circa 4 km prima di arrivare a Cesana. Dalla borgata si sale, con pendenza gia' impegnativa, lungo la stradina dal fondo naturale e dissestato che costeggia inizialmente il rio di Fenils. Alterniamo tratti in cui pedaliamo ad altri in cui proseguiamo spingendo la MTB. In successione oltrepassiamo le Grange La Fontana, La Porta (m 1518) e Pra Claud (m 1589). Superiamo un bosco rado e con una serie di tornanti ed un tratto rettilineo giungiamo alle Grange Quagliet oltre le quali il fondo peggiora ulteriormente. Oltrepassata la Roccia Tagliata (nome dovuto al fatto che la stradina fu ottenuta mediante la posa di mine per incidere un costone roccioso) giungiamo al Piano dei Morti: e' un toponimo che si trova frequentemente in montagna e anche qui testimonia la tragedia che colpi' un distaccamento di soldati francesi alla fine del 1700 (furono uccisi dal freddo durante la guerra con il Regno di Sardegna). Dopo un'altra impegnativa serie di tornanti, raggiungiamo il Colle dello Chaberton (m 2674) presso il quale ci godiamo un po' di riposo. Ormai con la lingua di fuori e senza riuscire quasi piu' a pedalare, continuiamo verso la nostra meta. In questo tratto incontriamo un ricovero ormai diroccato, i resti di trinceramenti in filo spinato e alcuni baraccamenti adibiti all'alloggiamento delle truppe e degli ufficiali. Giunti finalmente in cima al monte, percorriamo il larghissimo spiazzo, ottenuto abbassando di alcuni metri la montagna, dal quale la vista spazia a 360°: visibili le Alpi del Delfinato, la Rognosa di Sestriere, l'Assietta e, se la giornata e' favorevole, il Monte Bianco, Rosa e Gran Paradiso. Su un fianco notiamo subito le otto torri in muratura sulle quali erano collocati altrettanti cannoni da 149/35, racchiusi dentro delle casamatte girevoli in acciaio, del tipo Armstrong-Montagna, pesanti 4 tonnellate e la cui canna raggiungeva i 5,5 m. Tali torri, alte poco meno di 8 metri, furono pensate per ovviare all'inconveniente dell'accumulo di neve, vista la quota elevata, ma si rivelarono pero'facilmente vulnerabili: progettate sul finire del secolo scorso quando non esistevano ancora artiglierie in grado di raggiungerle, il 21 giugno del 1940 sei delle otto torri furono distrutte in un solo pomeriggio dai francesi che utilizzarono quattro mortai Schneider da 280 mm, collocati a Pouet-Morand e l'Eyrette, nelle vicinanze di Briançon, a 2000 metri di quota e manovrati dagli uomini della 6a Batteria Mortai Pesanti al comando del tenente Miguet. Una sessantina furono i proiettili sparati, del peso di 250 kg. Lanciati verso l'alto questi, oltrepassate le creste, ricadevano sul bersaglio senza che i soldati italiani della 515a Batteria di stazza sullo Chaberton ne conoscessero la provenienza. Bilancio: una decina i morti, oltre 50 i feriti. Il Monte Chaberton nel 1947, con il trattato di pace, passo' sotto sovranita' francese. Ritenuta la piu' alta fortezza d'Europa, era collegato con Cesana mediante una teleferica, senza stazione intermedia, lunga 3,8 km e 1785 m di dislivello in grado di trasportare materiali e approvvigionamenti.
Fonte : http://www.peveradasnc.it/

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